La voglia di viaggiare...eh beh,è come la metafora del nostro stato interiore. Chi è che non ha mia pensato di fuggire via da qualcosa, da qualcuno, da situazioni difficili o anche , inaspettato a dirsi, da se stessi. Riflettevo l'altro giorno in treno sul come i pensieri vengano alla luce e si facciano strada pian piano dentro di noi,e silenziosamente, anche se fuori c'è baccano, ci tormentano e ci avvolgano nella loro spirale apparentemente senza fine. Ero sul treno, come spesso ormai da 4 anni mi accade, mentre tornavo a casa dopo una giornata stressante di caffè al distributore, file per pranzare, file per la metro, ritardi di treni, potenziali incidenti per semafori che non sono in funzione, e dulcis in fundo, chiacchiere su chiacchiere dei professori, mentre pensavo e pensavo al più ed al meno, con Bon Jovi che mi dice I need something to belive nelle orecchie (quasi ironico se penso alle mie idee su cosa e a chi credere)e mi sono accorta che pian piano, mentre cercavo dapprima di osservare il paesaggio che mi scorreva veloce dal sediolino del TAF, mi sono ritrovata ad osservare me. Il paesaggio intorno era inesistente, le luci del treno si erano accese e non si vedeva null'altro che quello che c'era sul treno.LA notte, il buio aveva cancellato quello che era altro da me, l'esterno, e mi aveva riportata dentro i miei pensieri...in tutto questo parlare ho dimenticato anche che stavo parlando della voglia di viaggiare...
Anche il raccontare a volte mi fa divagare troppo nei miei pensieri...
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